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L’astrattismo è Donna. Ops.

Aggiornamento: 12 mar

C’era una volta…

-Vasilij Vasiljevič Kandinskij! - direte voi, miɜ piccolɜ lettorɜ.

No ragazzɜ, avete sbagliato. C’era una volta Hilma af Klint, pittrice svedese nata nel 1862 che, pensate un po’, ben sette anni prima di Kandinsky, sviluppò l’astrattismo pittorico. Così, mentre nel 1935 il pittore russo scriveva una lettera al suo gallerista di New York in cui si proclamava autore del primo quadro astratto della storia, facendo riferimento a un acquerello dipinto nel 1910, Hilma af Klint aveva concluso, tra il 1906 e il 1912, ben 193 quadri che compongono la serie “Dipinti per il tempio”. Questa serie divenne il fulcro dello sviluppo del suo linguaggio astratto e la prima collezione di opere astratte della storia.

Guggenheim Bilbao esposizione, 2025. Photo Angeles Mendez Garcia.
Guggenheim Bilbao esposizione, 2025. Photo Angeles Mendez Garcia.

Un talento precoce in un mondo maschile.

Quarta figlia di una ricca famiglia svedese, af Klint crebbe in un contesto stimolante da un punto di vista intellettuale e creativo. Mostrò ben presto un’attitudine all’arte visiva e iniziò la sua formazione artistica presso l’Istituto Tecnico di Stoccolma seguendo contemporaneamente anche lezioni di ritratto. Venne ammessa alla Royal Academy of Fine Arts all'età di vent'anni dove negli anni 1882–1887 studiò principalmente disegno, ritrattistica e pittura paesaggistica. Dopo essersi diplomata con lode, il Centro la premiò concedendole un appartamento-studio a Kungsträdgården, il quartiere più artistico e bohémien della città, per poter continuare la sua attività creativa.

Hilma af Klint fece parte della prima generazione di donne europee che poterono studiare nelle scuole d’arte, ma questo non era altro che un contentino offerto da una società fortemente patriarcale. Infatti, nonostante avesse ottenuto un certo successo come pittrice naturalista e fosse riuscita a creare attorno a sé una cerchia di acquirenti e collezionisti, il fatto di essere donna la tenne fuori dai gruppi artistici del momento. Come ben sappiamo, le donne dovevano dedicare il loro tempo ad altre attività, come sfornare figli.

Dal naturalismo all’arte astratta.

A causa di questa esclusione e a seguito della perdita prematura della sorella Hermina, af Klint decise di incanalare le proprie energie in altri ambiti come spiritismo, antroposofia e teosofia: una serie di credenze alternative provenienti dagli Stati Uniti che si erano diffuse in Europa. In questo stesso periodo, anno 1896, insieme alle artiste Anna Cassel, Cornelia Cederberg, Sigrid Hedman e Mathilda Nilsson fondò il gruppo “De Fem” (“Le Cinque”) con l'obiettivo di esplorare il mondo del paranormale abbracciando la combinazione degli insegnamenti Teosofici di Helena Blavatsky con lo spiritualismo. Ed è proprio durante una di queste sessioni che Hilma af Klint iniziò a creare una serie di disegni automatici, spingendosi oltre il confine conosciuto e dando inizio a un nuovo linguaggio visivo.

Nel 1906, dopo 20 anni di ricerca artistica, all’età di 44 anni, af Klint iniziò la sua prima serie di pitture astratte, nonché la prima collezione di opere astratte della storia: “Dipinti per il tempio”. Questa serie divenne il fulcro dello sviluppo del suo linguaggio astratto e, come lei stessa affermò, “i quadri furono dipinti [...] senza schizzi preliminari e con grande forza. Non avevo idea di cosa dovessero rappresentare i dipinti, tuttavia lavoravo rapidamente e con sicurezza, senza cambiare una sola pennellata”. A differenza di Vasilij Kandinskij,l’intento principale di Hilma af Klint non era quello di sperimentare a partire dall’astrazione della forma e del colore, bensì quello di rappresentare attraverso la sua arte il mondo invisibile a cui aveva accesso grazie alle sessioni spirituali. L’opera pittorica della svedese Hilma af Klint (1862-1944) è uno dei più fortuiti e miracolosi doni ricevuti nella storia dell’arte del Novecento.

HILMA AF KLINT: Pala d'altare n. 1, serie X  (credit: Artribune.com)
HILMA AF KLINT: Pala d'altare n. 1, serie X (credit: Artribune.com)

Un’eredità nascosta per decenni.

In parte si può dire che sia stata una scelta dell’artista stessa che, resasi conto dell’innovazione della propria arte e di quanto sarebbe stato complicato spiegarla alla società del suo tempo, preferì tenere segrete le proprie opere. Lasciò scritto nel suo testamento che dovevano rimanere nascoste fino a venti anni dopo la sua morte.

D’altra parte, questo non giustifica il mancato rispetto della società nei suoi confronti che, pur dopo aver scoperto il valore delle sue opere, ha ben deciso di tenerla in disparte. Ci troviamo davanti l'esempio lampante di come la narrazione ufficiale dell’arte sia stata scritta con una forte lente patriarcale, spesso e intenzionalmente escludendo figure rivoluzionarie solo perché donne.

La sua scelta di tenere segrete le opere per anni dimostra una consapevolezza straordinaria: sapeva che il suo tempo non era pronto per comprenderla. E forse proprio questo rende la sua arte ancora più potente oggi.

Oltre a essere stata la prima artista astratta della storia, af Klint ci insegna che l’innovazione non è solo una questione di tecnica, ma anche di visione, di connessione con qualcosa di più grande. Il suo riconoscimento postumo ci spinge a chiederci: quante altre storie come la sua devono ancora emergere? E soprattutto, chi decide davvero cosa è arte e chi merita di essere ricordato?

HILMA AF KLINT: La colomba n.1 gruppo IX UW n. 25  (credits : Artribune.com)
HILMA AF KLINT: La colomba n.1 gruppo IX UW n. 25 (credits : Artribune.com)

Film consigliati:

  • "Artemisia – Passione estrema" (1997): Un film sulla vita di Artemisia Gentileschi, la sua lotta contro il pregiudizio e il suo incredibile talento.

  • "Frida" (2002): Con Salma Hayek nel ruolo di Frida Kahlo, racconta la vita tormentata e la genialità dell’artista messicana.

  • "Big Eyes" (2014): La storia vera di Margaret Keane, l’artista dietro i celebri quadri con occhi enormi, il cui marito si appropriò del suo lavoro per anni.

  • "The Woman Who Ran" (2020): Un film coreano che esplora il ruolo delle donne nell’arte e nella società attraverso una narrazione delicata e introspettiva.

Libri consigliati:

  • Hilma Af Klint: The Art of Seeing the Invisible

  • Hilma Af Klint: Visionary: on Hilma af Klint and the Spirit of Her Time

  • Sorella outsider - Audre Lorde: Questa raccolta di quindici saggi scritti tra il 1976 e il 1984 è considerata un classico del pensiero femminista contemporaneo. 

  • Donne che corrono coi lupi - Clarissa Pinkola Estés: Una psicanalisi del femminile attorno alla straordinaria intuizione della Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, soffocata da paure, insicurezze e stereotipi.

 
 
 

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